Maurizio Paccagnella All’Angelo
Durante la settimana dedicata al nuovo Salone Nautico di Venezia, inaugura l’esposizione temporanea dell’artista Maurizio Paccagnella presso l’Hotel All’Angelo (Calle de l’Angelo, San Marco 403), Il Dialogo del Tempo.
Maurizio Paccagnella (Noale 1961), artista poliedrico ancorato alla cultura artistica veneziana, propone una serie di installazioni con riferimenti a luoghi e oggetti culturali e storici della città di Venezia insieme ad opere pittoriche che richiamano il mare nella sua componente più profonda e intima.
Con questa mostra ospitata negli spazi dell’Hotel All’Angelo, storico crocevia di artisti italiani e internazionali di passaggio in laguna, promosso dalla famiglia Carrain sin dagli anni ’40, prende avvio un progetto che intende riproporre oggi la tradizione del passato, offrendo agli artisti contemporanei di incontrarsi e condividere idee e proposte, esponendo il proprio lavoro in uno spazio appositamente ristrutturato (Galleria d’Arte e nel locale Café).
Per l’occasione scrivo un testo introduttivo, che si trova a pagina 15 del catalogo redatto appositamente e scaricabile qui a pié pagina. Ne riporto un estratto di seguito.
MAURIZIO PACCAGNELLA. OLTRE L’IMMAGINE
di Silvia Pichi
“Toccare.
Quasi la parola d’ordine per avvicinare la pittura di Maurizio Paccagnella.
Insolito invito di un’artista, di uno storico dell’arte, di un curatore…eppure il modo più naturale per scoprire la materia, la luce, il segno della sua poetica.
[…]
Ocra o ori, azzurri o lapislazzuli, rossi o lave. La meraviglia che suscita la sua pittura, toccandola, è pari al processo che l’artista compie per giungere ad effetti avvolti ancora dalla sua determinatissima intenzione oppure completamente inaspettati.
Entrambe gli esiti appartengono alla soglia che vive costantemente mentre utilizza gli strumenti più svariati per stare a contatto con la propria dimensione emotiva, con i varchi dell’immaginazione, con la necessità della rilettura dell’opera, con l’esplorazione di universi esteriori ed interiori.
I suoi dipinti astratti possono catturare la parte di noi che sa intuire quanto l’arte contemporanea sia un testimone ancora attendibile e vivo del mondo che cambia. Una preziosa opportunità per affinare lo sguardo, per cogliere sensibilità e percezioni che di solito liquidiamo frettolosamente relegate in quello spazio che sta tra la realtà e l’immaginazione.
I gesti di Maurizio Paccagnella nascono dal sottrarre la materia con svariati attrezzi e soluzioni, dai rulli più o meno rigidi, all’acqua ragia, spatole, diluenti potentissimi, spugne fino alla carta vetrata bagnata, in una sorta di dialogo corpo a corpo con la materia.
La superficie liscia dei suoi lavori è la parte garante di un’evoluzione compiuta. Ha il fascino del sigillo su quanto l’artista ha affrontato per ottenere la sostanza dell’opera come accade di fronte ad un esito già scritto, concluso, appena svelato.
L’arte agisce coerentemente alle sue intrinseche finalità finché si palesa come processo autentico: nella pittura di Paccagnella come segno dell’umano sulla materia che ha attraversato l’infinità di linguaggi possibili per manifestarsi nella sua essenza ai nostri occhi.
La necessità di “dare corpo” origina la ricerca per sottrazione del colore che ha a che fare con i grumi del tempo, con la necessità di capire per abbandonarsi al comprendere, con il rischio di lasciarsi imbrigliare, con l’eccitazione di essere dentro lo scuro e dentro la luce del presente.”